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Il vantaggio narrativo delle micro e piccole imprese

Non è solo questione di numeri (che le micro e piccole imprese rappresentano la maggioranza delle aziende in Italia è un dato), è proprio un vantaggio competitivo di valore.

Le micro-piccole hanno un sacco di storie da raccontare. Tutto qui. E non devono inventarsi niente. Possono attingere quotidianamente a una sorgente zampillante di imprevisti, aneddoti e colpi di scena.

Stiamo parlando delle storie più succose di tutta la vita aziendale. Quelle che per un brand che raggiunge una struttura in grado di ridurre al minimo i rischi saranno solo ricordi. Nella migliore delle ipotesi potranno, di tanto in tanto, alimentare il mito delle origini.

Sono le storie degli incidenti quotidiani da superare con ingegno e creatività, quelle della scarsità di risorse e dei grandi sogni, quelle delle mosse azzeccate o degli sbagli clamorosi, che paradossalmente portano risultati insperati o che segnano nuovi inizi.

Sono le storie di uno degli archetipi più amati dal pubblico, quelle di Davide contro Golia. E generano interesse, emozioni e partecipazione, perché tutti ci sentiamo un po’ Davide contro quel gigante che è la vita, o un lavoro duro, un competitor molto più grande di noi.

La micro e piccola azienda vive il mondo narrativo del suo pubblico: raccontando se stessa, non fa che raccontare la storia del lettore, fatta di ferite vere, che bruciano, ma da cui in un modo o nell’altro si può guarire, soprattutto se ci si confronta.

Tu chiamalo, se vuoi, storydoing!

Ed è lo stesso utente, a un certo punto, a partecipare alla comunicazione del brand, diventando parte dell’universo narrativo costruito e co-creando valore aziendale. Le piattaforme online diventano contenitori di racconti di fatti realmente accaduti. Esperienze che legano il brand al proprio pubblico e viceversa, in un doppio nodo di autenticità.

Solo potenti leve emozionali possono trasformare consumers in publishers. Veicolare queste emozioni è il grande potere del corporate storytelling, che trasformerà i consumatori in autori di nuovi racconti d’impresa. Consumattori, insomma!

Esattamente quello che è stato in grado di fare La Content Academy, società di consulenza e formazione focalizzata sul content marketing. La Content nasce nel 2018 intorno al bisogno di un evento formativo a tema (La Masterclass), che dia la possibilità a tanti aspiranti e professionisti content manager del sud di formarsi e aggiornarsi, godendo dell’apprendimento in presenza, senza doversi far carico di trasferte estenuanti e costose verso le città del nord.

Così, in quella meravigliosa città che è Bari, questi ragazzi hanno creato ciò che nessun altro aveva mai pensato di fare allo stesso modo: ascoltando l’utenza e indagando sulle reali necessità del mercato, prima; accogliendo i partecipanti con calore e coccolandoli con premurose attenzioni, durante e dopo.

Quell’impegno lega in meno di due edizioni gli utenti in una community viva, che interagisce e racconta le gesta della società sui propri canali preferiti, amplificando il valore generato e diffondendolo sul web.

“La Masterclass” nel 2019 si sviluppa così in “La Classe”, offrendo un percorso di formazione in aula più lungo ed articolato, ma anche più costoso. Una sfida vera, che puoi vincere solo se ti sei allenato con impegno, se conosci bene gli strumenti del mestiere e li padroneggi a dovere, e se sai far scoccare il colpo della fionda nel modo e nella direzione giusta.

Loro ci riescono. “La Classe” si articola in 3 aule di circa trenta persone e fa sold out a stretto giro. Questa è epica, non è un caso. “La Classe” è il back end di un funnel fatto con passione, cura dei dettagli e determinazione a far star bene le persone, a creare una connessione reale con e tra i partecipanti. I founder lo chiamano a buon diritto Funnel of Love. E l’amore, si sa, vince tutto. Anche il Golia del “qui non si può fare, qui non funziona”.

Ogni azienda, generalmente, vive tre fasi che possono diventare altrettanti concept narrativi da cui possono partire e svilupparsi un’infinità di trame.

  1. Startup: la narrazione di una visione iniziale e di tutti i sacrifici fatti per concretizzarla. Si nutre del senso della sfida dei suoi protagonisti e del coraggio che spinge questi ultimi a superare tutte le difficoltà.
  2. Consolidamento: la narrazione del raggiungimento dei risultati, della capacità di strutturare l’idea di partenza, prendersene cura, rafforzare il senso di appartenenza alla stessa e ai valori fondanti.
  3. Presidio del brand: la narrazione della gestione del potere attraverso strategie adeguate che danno compimento all’immaginario sognato. E’ il racconto dell’identità del brand.

Difficilmente potrete sviluppare il secondo e il terzo concept, se non avete raccontato bene l’universo narrativo della startup. Parafrasando Malcom Forbes, carta e penna nelle mani di una startup possono accendere più fuochi di tutti i fiammiferi del mondo. Vero, Giovanni Re?

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